Vari aspetti della gestione dell'acqua in agricoltura

Qui analizziamo alcuni aspetti importanti della gestione dell'acqua, che in agricoltura è una delle risorse fondamentali. Ed è una risorsa che col cambiamento climatico potrebbe essere molto più importante di quanto lo sia mai stata. Attualmente la maggior parte dell'acqua dolce disponibile (ca. il 70%) viene usata per irrigare. E a livello mondiale non si pensa che si possa dedicare molta più acqua all'agricoltura di quella che si usa ora. Il che considerando che si stima che la popolazione mondiale sia di 7 miliardi di esseri umani, e che nei prossimi 25 anni potrebbe aumentare di altri 2-3 miliardi sarà un grave problema. Una soluzione sicura non c'è, ma se ci sarà quasi sicuramente prenderà molte idee dalla permacultura, o in generale dall'agricoltura biologica o rigenerativa in senso lato. Le previsioni climatiche per il bacino del Mediterraneo sono particolarmente preoccupanti. Infatti si prevede che molte zone andranno incontro a desertificazione o comunque ad un generale inaridimento. In Italia questo dovrebbe succedere soprattutto al sud. Visto come si è gestita fin'ora l'acqua abbiamo molte opportunità di migliorare, e di molto. Una delle ipotesi per il nostro clima prevede precipitazioni molto intense in certi periodi dell'anno, seguiti da periodi anche lunghi di siccità. Nell'immagine sotto si possono vedere le proiezioni per il futuro basate sulle attuali emissioni di gas serra.

Immagine da: UCAR-NCAR (University Corporation for Atmospheric research-National Center for Atmospheric Research
Immagine da: UCAR-NCAR (University Corporation for Atmospheric research-National Center for Atmospheric Research

Naturalmente queste immagini non si possono intendere come delle previsioni affidabili per il futuro, ma solo delle tendenze allo stato attuale delle conoscenze. Fattori ora imprevedibili sia nelle emissioni che in variabili climatiche potrebbero cambiare queste previsioni anche di molto. Le zone in rosso o viola saranno quelle che rischieranno maggiormente dei periodi di siccità estrema, mentre quelle in verde o azzurro saranno quelle che rischieranno di meno.

Ma oltre ai periodi di siccità si stanno già verificando un numero sempre maggiore di piogge violente ed inondazioni. Sia a livello globale che qui in Italia. È quello che chiamano l'estremizzarsi dei fenomeni atmosferici. Il grafico qui sotto rappresenta l'andamento delle inondazioni per continenti negli ultimi 50 anni. Come si vede sono in aumento ovunque. Del resto è facile capire perchè con l'aumento delle temperature le precipitazioni possano diventare più intense.

Le piogge estremamente violente, causa di inondazioni catastrofiche, si stanno verificando con sempre maggiore frequenza in tutto il mondo. Anche i periodi di caldo estremo e scarse precipitazioni si stanno presentando sempre più spesso in tutti i continenti. Se il mondo si rendesse conto del pericolo che corre forse correrebbe ai ripari, ma per ora non sembra che si stia muovendo abbastanza in fretta. Quindi l'unica cosa da fare è prepararsi ad affrontare quella che sembra la più grande sfida che l'umanità abbia mai affrontato.

Per prima cosa dobbiamo imparare a risparmiare più acqua possibile. Questo non vuol dire che dobbiamo consumarne meno, anche perchè è dimostrato che se una data risorsa viene consumata di meno da una parte, verrà utilizzata di più altrove. Ed il consumo totale non cambierebbe. Quando dico che non bisogna consumarne meno non intendo ovviamente che si debba sprecare come spesso si fa oggi. Riparare le condutture sicuramente aumenterebbe di molto la disponibiltà di acqua, così come adottare delle strategie di risparmio. Ma in questo caso per risparmiare intendo la capacità di accumularne di più. E lo possiamo fare in tanti modi.

L'acqua si può per esempio accumulare nel suolo. Per farlo il suolo deve avere una maggiore capacità di assorbire l'acqua e trattenerla. Per aumentare la capacità di assorbimento si dovrà intervenire sulla struttura del terreno, ma anche sulla sua disposizione. Questo si può fare immettendo più fibra vegetale che sia possibile nel terreno. Fondamentalmente è lo stesso lavoro che si dovrà fare per accumulare più carbonio nel suolo, cioè lasciare sul terreno tutte le parti vegetali di scarto delle coltivazioni. Coltivare piante che producono radici che scendono più in profondità. In particolare le leguminose possono contribuire molto ad aumentare la capacità di assorbimento superficiale del terreno. Ma anche altre piante hanno radici abbastanza profonde, come per esempio il mais o la canapa. Possiamo ricordare qui anche il metodo di Fukuoka di seminare cereali insiene al trifoglio e coprire le semine con la paglia del raccolto precedente.

 

Gli alberi potranno rivestire un ruolo anche più importante, anche se ovviamente più sul periodo medio lungo. Si è visto che gli alberi crescono di più nei primi decenni di crescita, per poi rallentare successivamente. Quindi converrebbe coltivare gli alberi tagliandoli ogni 20-30 anni per poi ripiantarli. Questo accumulerebbe enormi quantità di fibra vegetale nel suolo anche a decine di metri di profondità, dove il terreno è abbastanza profondo. E permetterebbe non solo di catturare molto carbonio nel suolo, ma anche molta acqua che verrebbe assorbita dalle fibre vegetali delle radici in decomposizione. Gli alberi piantati sui terreni agricoli ombreggeranno anche il terreno, riducendo il tasso di evaporazione, ed in contemporanea aumenteranno l'umidità relativa dell'aria pompando acqua dagli strati più profondi, dove la maggior parte delle piante coltivate non arriva. Come diceva Fukuoka sono gli alberi a generare la pioggia. In generale gli alberi possono essere molto più resistenti alla siccità dele piante annuali, quindi si potrebbe spostare una parte della produzione di cibo dalle piante annuali agli alberi. Noci, mandorle, nocciole ed altra frutta secca potrebbero contribuire all'alimentazione umana quasi come i cereali, senza necessitare dell'irrigazione costante di cui hanno bisogno diversi tipi di cereali. Anche la copertura del terreno con pacciame vegetale diminuirebbe l'evaporazione dell'acqua dal suolo, riducendo la necessità di irrigare. In generale la pacciamatura è una pratica molto importante. Non solo perchè la copertura del terreno con sfalcio di erbe o altra sostanza vegetale, come per esempio anche canne o ramaglie triturate, diminuisce l'evaporazione dell'umidità contenuta nel suolo. Ma grazie a ciò ci sono tanti altri vantaggi. Nello strato più umido sotto la pacciamatura prosperano diversi organismi utili. Innanzitutto i lombrichi. Questi animaletti scavano nel suolo alla ricerca di cibo, cioà sostanza vegetale in decomposizione. Col loro scavare arieggiano il terreno migliorandone il drenaggio e lo rimescolano. Si nutrono della sostanza vegetale contenuta nel suolo e la trasformano nel miglior concime esistente, l'humus. E si nutrono anche della pacciamatura con la quale copriamo il terreno, trasferendo parte dei nutrienti che mangiano in superficie sotto alla pacciamatura negli strati profondi. Ma sotto allo strato di pacciame non vivono solo i lombrichi. Molti insetti trovano condizioni favorevoli alla loro esistenza sotto alla pacciamatura. Per esempio molti coleotteri carabidi amano quelle condizioni ambientali. Ed i carabidi sono quasi tutti predatori di altri insetti, e ci sono anche molte specie che si nutrono per esempio di lumache. E poi non si possono dimenticare i funghi che nei terreni più umidi prosperano meglio. Quando parliamo di funghi molti pensano ai corpi fruttiferi, cioè a quelli che raccogliamo per mangiarli. Ma per funghi si intendono anche tantissime muffe che normalmente non vediamo mai. Eppure sono importantissimi. Prima di tutto perchè contribuiscono alla decomposizione della sostanza organica. Inoltre le ife fungine formano delle reti sotterranee fittissime ed estesissime che ridistribuiscono i nutrienti che assorbono in un punto e poi spostano anche per molti metri, rendendoli disponibili a tutte le piante. Inoltre ci sono diverse specie di funghi predatori o parassiti che per esempio su nutrono di nematodi, contribuendo a controllare anche questi fitoparassiti.

In questo video (ce n'è anche una seconda parte) si vede bene come i funghi possono catturare i nematodi, e come si potrebbero utilizzare per controllare ance quelli fitoparassiti.

 

L'elenco completo delle specie di esseri viventi che vivono nel suolo sarebbe troppo lungo da poterlo scrivere tutto in questo contesto. Tanto per nominarne ancora alcuni ci sono anche miriapodi, collemboli, rotiferi, tardigradi, acari e nematodi, e solo questi ultimi possono essere milioni in ogni m2. Quindi anche la pacciamatura aumenta la biodiversità utile ad un'agricoltura che possa fare sempre più a meno dell'intervento con sostanze chimiche di sintesi. Che ricordo spesso uccidono tante specie utili da essere un rimedio peggiore del male che vogliamo combattere.

 

Nelle zone più calde si potranno usare anche le piante grasse, che grazie alla loro capacità di accumulare acqua si potranno usare per aggiungere acqua al suolo. Già da anni ormai nelle regioni meridionali si sta diffondendo l'uso delle "pale" dei fichi d'india interrate sotto alle piante coltivate per cedere acqua a lungo termine. In pratica si lasciano radicare le piante coltivate dentro le "pale".

 

Ma oltre a modificare la struttura del suolo è importante anche la disposizione del terreno. È intuitivo che i terreni in piano possano assorbire meglio l'acqua di un terreno in pendenza, dove l'acqua scorrerà vià più in fretta. Ma avere del terreno in piano è una fortuna non molto diffusa nel nostro territorio quasi tutto collinare. In molte zone del mondo i terreni agricoli sono terrazzati da millenni proprio per questo scopo. Mi rendo conto che terrazzare un terreno non è sempre facile, nè un impegno da poco. Noi siamo riusciti a farlo usando le piante. Le stesse piante di cui vi parlerò poi quando vi parlerò dell'importanza delle siepi nei terreni agricoli. Se si piantano le siepi lungo linee di livello, e poi si lavora la terra spingendone ogni anno un pò sulle piante alla lunga si formeranno delle terrazze senza doverle costruire tutte in una volta. Saranno le piante sul bordo inferiore della terrazza a tenerle su, formando un vero è proprio muro vegetale.

 

Ma non sono certo queste le uniche misure da adottare.

 

Si dovranno costruire molti invasi capaci di immagazzinare più acqua possibile. E quando parlo di invasi non mi riferisco a grandi dighe di cemento, che necessitano di un'enorme quantità di energia per essere costruite, e quasi sempre di energia derivata da combustibili fossili. Nell'ottica di un'agricoltura che cerchi di contrastare il riscaldamneto globale non credo che quella possa essere la strada giusta. Mi riferivo invece a piccoli invasi creati con dei terrapieni, o scavati nel terreno. Specialmente nelle zone collinari, praticamente quasi tutta Italia, basta chiudere il fondo delle valli dei tanti corsi d'acqua temporanei, quelli che portano acqua solo quando piove e d'inverno. Nei fossi di mezza Italia, spesso le parti meno comode da coltivare, si potrebbero accumulare miliardi di metri cubi di acqua. Che poi si potrebbe usare quando non piove.

 

E si otterrebbe un'altro risultato molto importante. Se molti fossi temporanei fossero chiusi da delle dighe di terra, quando piove in maniera eccezionale, come ormai spesso accade, una buona parte dell'acqua si fermerebbe in questi invasi, evitando parte delle alluvioni sempre più frequenti. Inoltre questi bacini funzionerebbero anche da bacini di decatantazione e depurazione. Una parte degli inquinanti organici, come i residui dei concimi chimici, verrebbe degradata dalla flora che crescerebbe in questi laghetti, e dal fitoplancton e i batteri che ci vivrebbero. Tra l'altro anche in questo processo di depurazione naturale una parte dei nutrienti contenuti nell'acqua contribuirebbe ad assorbire CO2. A tutto vantaggio di fiumi, laghi e mare ed atmosfera. Negli anni ovviamente si interrerebbero, ma almeno la terra erosa dai campi non finirebbe in mare e si potrebbe recuperare, oppure si potrebbero prosciugare e coltivare, avendo un terreno ottimo. Spostando il laghetto magari a monte o valle di poco.

 

Un'altro tipo di invasi che si potrebbero creare, soprattutto per gli orti familiari, sono le cisterne per la raccolta dell'acqua piovana dai tetti delle case, Nelle nostre zone le precipitazioni sono tra i 600 ed i 1200 mm all'anno, quindi un tetto di 100 mq produrrebbe dai 60 ai 120 metri cubi di acqua all'anno, sufficienti ad irrigare un bell'orto tutta l'estate. E considerando che la maggior parte dei tetti è più grande ci sarebbe un bel pò di acqua a disposizione. Oltretutto se lo stato per esempio mettesse degli sgravi fiscali su queste nuove strutture creerebbe lavoro doppiamente, per chi le realizza, e per chi poi ne beneficia. In tempi come questi, in cui l'agricoltura è praticamente uno dei pochi settori economici in cui sta aumentando l'occupazione chi governa dovrebbe incentivare al massimo gli sforzi dei giovani che tentano questa via non molto facile. E non solo con soldi, ma soprattutto con infrastrutture capillarmente diffuse sul territorio.

 

Ma i vari tipi di invasi per la raccolta dell'acqua sono redditizi in ogni caso, anche senza incentivi pubblici.

 

Ovviamente i laghetti collinari permetterebbero di irrigare grandi superfici, specie se confrontate con le capacità attuali. E portano anche molti altri vantaggi ambientali ed economici.

 

Contribuiscono con la loro evaporazione ad aumentare le piogge estive, o comunque a mitigare l'effetto delle ondate di venti sahariani sulle coltivazioni. Negli ultimi anni spesso in collina delle ondate di caldo hanno praticamente bruciato il raccolto, specialmente per quanto riguarda gli ortaggi. Per queste zone più calde ed assolate una maggiore percentuale di umidità nell'aria può aiutare le piante a superare i momenti critici.

 

Contribuiscono ad aumentare la biodiversità sia per gli animali che ci si possono abbeverare, sia per tutte le specie di animali che ci possono vivere. A questo proposito è importante non immettere specie aliene nei laghetti, almeno nella maggior parte. Questo anche per permettere l'instaurarsi di un equilibrio naturale. Se ci mettiamo persici trota o sole, o pesci gatto alla fine sopravvive solo una di queste specie molto invasive, e tutta una gamma molto ampia di altri animali non avrebbe alcuna possibilità. Se invece instauriamo una classica acqua a ciprinidi e predatori come il persico reale ed il luccio sopravvivranno anche molte altre specie di animali, soprattutto invertebrati, come per esempio le libellule, ottime predatrici di altri insetti sia da adulte che agli stadi larvali. Questo, unito alla presenza di piccoli pesci come le alborelle, e gli avannotti delle specie più grandi, consentirà anche di controllare le zanzare. La presenza di aironi ed altri uccelli acquatici aiuterà a controllare le lumache ed altre specie di animaletti dannosi. I rospi ci si andranno a riprodurre ed a riaumentare di numero, e questo sarà un altro grande vantaggio nel controllo delle lumache e di vari insetti.

 

Ma oltre che di grande vantaggio per l'agricoltura e l'ambiente i laghetti possono essere utili per tanti altri usi. Quelli più lunghi si potranno usare per il canottaggio sia sportivo che per diletto o per interessi naturalistici. Per esempio creare delle postazioni per il birdwatching con delle guide naturalistiche che accompagnino i visitatori.

 

Ovviamente alcuni potranno essere usati per l'allevamento dei pesci sia da vendere direttamente, sia per laghetti di pesca sportiva. Creando altre fonti di reddito per diverse persone.

 

Anche la creazione di parchi ricreativi, con strutture da area-picnic e le barchette da affittare ed un chioschetto possono creare altra occupazione.

 

Addirittura in certi casi si potrebbero usare come accumulatori di energia, quando si ha una serie di laghetti in una valle. Durante il giorno si potrebbe pompare l'acqua dal laghetto più in basso in quello più in alto con pompe basate sul fotovoltaico, e durante la notte si potrebbe sfruttare semplicemente la forza di gravità con delle turbine idroelettriche. Se, per esempio si accumulasse l'acqua durante il giorno in degli invasi posti abbastanza in alto, e si irrigasse di sera o notte, si potrebbe avere un buon quantitativo di energia disponibile in orari senza sole. In pratica un doppio servizio. sia acqua che energia. Quindi anche se la resa energetica sarebbe intorno al 50% sarebbe comunque un profitto aggiuntivo a quello già costituito dall'acqua.

 

Insomma i laghetti, specie se numerosi come potrebbero essere tra le nostre colline, porterebbero numerosi vantaggi al territorio, sia da un punto di vista ambientale, che economico in senso stretto.

 

Soprattutto uno, quello di riportare le persone a vivere sul territorio, con quindi maggiore cura dello stesso. Ci sarebbero più interventi di pulitura delle terre ora abbandonate e del sottobosco, più terreni coltivati e quindi diminuirebbe anche il rischio incendi, che è una causa molto importante di emissioni di CO2. Quando pensiamo a come ridurre le emissioni con un'altro modo di fare agricoltura non possiamo vederla troppo staccata dalla gestione del territorio nel suo insieme, anche perchè è proprio il territorio ad essere la fonte della nostra sussistenza. Fare la prevenzione antincendio significa risparmiare moltissimo sia in termini di emissioni che economici. Il guadagno, per esempio in legname, è senz'altro superiore al costo. Se si fa un conto di quello che si perde ogni anno in boschi e quindi legname, e in costi dovuti al lavoro di spegnimento e controllo, si scopre che si tratta di molti milioni di euro, almeno 500 all'anno solo in Italia. Quante persone ci potrebbero vivere ogni anno con questa ricchezza?

 

Ma torniamo a parlare di irrigazione.

 

L'irrigazione è fondamentale per permettere alle piante di crescere, e quindi di catturare CO2, ma alla lunga può comportare anche dei problemi. I sali minerali contenuti nell'acqua alla lunga possono accumularsi nel suolo e rendere più difficile la crescita delle piante. In alcuni casi, soprattutto nelle grandi pianure alluvionali, la salinizzazione è giunta a livelli tali da rendere impossibile la crescita delle piante. In genere questo tipo di situazione ha portato alla desertificazione delle aree interessate. Quindi usare l'acqua solo dove serve e nelle giuste quantità. L'ideale è l'irrigazione a goccia. Non si bagna tutto il terreno ma solo la parte con le piante. E la pioggia può più facilmente dilavare i sali in eccesso durante la stagione piovosa. In effetti la pioggia è l'unica cura ai terreni ipersalinizzati, solo che se non ci cresce più niente la pioggia oltre che a dilavare i sali purtroppo erode il suolo esposto, rischiando di completare il processo di desertificazione.

 

Nelle nostre zone collinari in genere il problema si pone di meno. Ma conoscendolo si può fare in modo che non si verifichi mai. La rotazione delle colture in base al tipo di irrigazione di cui hanno bisogno è importante anche per questo motivo. Ed ovviamente è importante per tanti altri motivi.

 

L'irrigazione a pioggia in certi casi è inevitabile, ma almeno non si dovrebbero coltivare le stesse piante ogni anno.

 

Un'altro modo per limitare l'evaporazione dell'acqua e quindi ridurre la necessità di irrigare è quello di piantare a distanze regolari delle siepi frangivento. Le siepi frenano il vento vicino al suolo, e quindi rallentano anche la traspirazione delle piante. Per quanto riguarda le piante da scegliere sono da preferire le piante autoctone, e piante con cui fare delle siepi nella nostra flora ce ne sono tante. Andranno scelte considerando diversi fattori.

 

Si potranno scegliere piante che diano frutti come ribes, uvaspina o tanti frutti minori. Ma spesso i cosiddetti frutti di bosco necessitano di un clima abbastanza fresco ed umido per crescere bene. Quindi queste siepi potranno essere usate nelle zone montane o pedemontane, o comunque dove il substrato è abbastanza umido ed il clima non troppo caldo.

 

Un'altra scelta ottima è quella delle siepi di aromatiche, tipo rosmarino, salvia, mirto, ruta, lavanda e così via. In genere sono piante più resistenti nelle zone più asciutte e svolgono diverse funzioni. Oltre al loro utilizzo tradizionale di aromatiche e/o medicinali svolgono vari altri ruoli. La loro azione di frangivento la svolgono tutto l'anno, al contrario di tante piante a foglie caduche. Questo può essere un vantaggio nelle zone molto esposte ai venti, mentre magari in zone più umide e fresche potrebbe anche essere uno svantaggio. Come le altre siepi danno rifugio a tante specie di animali utili. Per esempio molti uccelli insettivori nidificano nelle siepi, come Capinera, Occhiocotto e tante altre specie. Sotto alle siepi si rifugiano serpenti, lucertole ed altri piccoli rettili per sfuggire ai predatori che vengono dall'alto, come falchetti ed altri uccelli predatori. Molte specie di ragni usano le siepi sia come sostegno per le loro tele che per deporvi i sacchi con le loro uova. Questo permette di avere sempre una popolazione costante di ragni che contribuisce non poco a controllare quelle degli insetti, anche dannosi per le coltivazioni. Le aromatiche col loro odore repellono tanti insetti che sono attratti dalle specie che coltiviamo per il loro odore, o se non altro le disorientano, contribuendo a difendere le piante coltivate. Tra l'altro le specie di insetti che sono attratte dalle siepi di aromatiche non danneggiano le altre specie coltivate. Insomma da un punto di vista ecologico l'importanza delle siepi è notevole. E trattengono il suolo e contribuiscono a catturare CO2 come gli alberi.

 

Poi si possono anche scegliere altre piante, per esempio piante con fiori che attirano vari insetti utili o comunque altre piante della nostra flora adatte per delle siepi.

 

La soluzione migliore è creare delle siepi miste perchè aumentano di più la biodiversità dei terreni che coltiviamo. Ed abbiamo già visto che più aumentiamo la biodiversità e più l'ambiente nel quale coltiviamo diventa resistente ai cambiamenti.

 

Le siepi possono essere utilizzate anche per creare i terrazzamenti per ottenere dei terreni in piano come spiegavo prima, per aumentare la capacità del suolo di assorbire l'acqua.